Le Maschere Rituali dell'Africa
I media ignorano l'argomento ma l'Africa è da anni un continente in grande fermento, sempre più persone a causa di difficili condizioni della vita di molte aree rurali ma anche per via del desiderio dei giovani di entrare nel mondo globalizzato, si spostano verso le città che a loro volta crescono a vista d'occhio in modo spesso disordinato e senza un piano urbanistico efficiente. Questo processo di migrazione spesso porta alla perdita dell'identità culturale degli individui che invece è ancora molto forte nei villaggi e nelle zone remote ove le tradizioni sono tramandate da secoli di generazione in generazione. In particolare nell'Africa Occidentale e in una parte dell'Africa Centrale ove la religione animista è ancora molto diffusa. Qui la vita di uomini e donne è scandita da iniziazioni, cerimonie, riti che rappresentano fondamentali momenti di aggregazione della società e l'aiutano a rafforzare il senso di solidarietà enfatizzando la mitologia. Secondo alcuni esperti di antropologia e psicologia questi rituali hanno la capacità di radicare nell’inconscio umano importanti messaggi, significati e stati emotivi collettivi che vanno ben oltre alle capacità del linguaggio verbale e scritto. In questo modo i rituali si sono conservati nella loro integralità nel corso dei secoli fino al giorno d'oggi insieme a feticci, maschere, sculture di divinità che vengono gelosamente custoditi.
La religione animista
La religione animista venera il mondo degli spiriti che si manifestano nel mondo della natura ed ha un forte legame con il regno della morte e quindi con spiriti e antenati. Da qui la necessità di prevedere rituali, preghiere, offerte per ingraziarsi questo universo sacro e magico al fine prosperare in un mondo in cui la forza della natura non è ancora stata dominata dall'uomo e sfuggire alle disgrazie che incombono stagione dopo stagione. Lasciamo agli esperti spiegare i precisi legami che si creano tra divinità, spiriti, antenati delle diverse popolazioni africane ma più semplicemente possiamo dire che spesso feticci e maschere rituali sono strumenti indispensabili per entrare in contatto con il mondo magico degli spiriti benevoli e malefici cercando in tal modo di domare le avversità della vita e risolvere i problemi che affliggono un individuo o una intera comunità. Naturalmente in ogni villaggio c'è sempre una persona a cui vengono attribuite rare capacità di comunicare con questo mondo e quindi viene investito del compito di svolgere da mediatore, messaggero, consigliere e spesso anche giudice di diatribe. C'è sempre anche una persona esperta nell'uso delle piante medicinali usate per curare le malattie che a volte vengono però associate a trattamenti metapsichici come l'ipnosi e lo spiritismo della magia bianca.
La maschera africana
Per comprendere l’importanza delle maschere è indispensabile inoltrarsi nel territorio del rito che è capace di influenzare la realtà agendo a livello sottile, invisibile alla percezione mentale. La maschera africana è uno strumento attraverso il quale il rituale può svolgersi efficacemente connettendo mondi diversi. Colui che indossa la maschera rituale ha il compito di perdersi in essa, lasciandosene risucchiare in modo da trasformare o dissimulare la propria identità. Per riuscirci spesso il rito è accompagnato da danze e musiche ipnotiche che favoriscono lo stato di coscienza alterato. Ogni etnia di questa area del continente Africa si caratterizza per l’uso di maschere specifiche che hanno sempre un significato spirituale e mai esclusivamente estetico. Chi porta la maschera rituale non è mai una persona qualsiasi, ma riveste una posizione di rilievo nella comunità, a volte si tratta di un iniziato. Alla maschera rituale normalmente viene abbinato un costume specifico che serve a mascherare l'individuo che la indossa facendo perdere in questo modo la sua identità per trasformarlo in uno strumento divino. La maschera non è immobile e si anima al suono della musica compiendo una danza e dei movimenti carichi di significato per la società incutendo rispetto e timore tra la gente perché permeata dallo spirito della divinità.
La rappresentazione delle maschere
A volte la maschera racchiude in se stessa le caratteristiche di determinati animali e indossarla connette lo stregone con l’animale stesso. Talvolta la maschera assolve a funzioni augurali oppure se in una maschera si celano più animali, essa può rappresentare uno strumento per accedere alle qualità degli stessi. E’ il caso di alcune maschere usate in Costa d’Avorio che mescolando le corna dell’antilope, le zanne del facocero e la dentatura del coccodrillo e vogliono dare una chiara impressione di potenza e di pericolo. Infine ci sono anche maschere stilizzate che rappresentano spiriti e non avendo questi ultimi alcun aspetto esteriore, esse si caratterizzano con forme astratte. Lo scopo rimane il medesimo, connettere l’uomo, di solito uno stregone o figure simili, con il mondo divino attraverso la potenza del rito.
Nell'Africa Occidentale e Centrale ci sono moltissime cerimonie con maschere, tra queste ne segnaliamo alcune :
La cerimonia della maschera Zangbeto
Tipica del Benin, ha come protagonista la maschera omonima, la quale rappresenta “il guardiano della notte”. Essa simboleggia lo spirito vudù incaricato di proteggere e vegliare sul sonno degli abitanti della comunità e di allontanare non soltanto gli spiriti malvagi, ma anche le persone malintenzionate. Questo “guardiano della notte” durante la cerimonia viene rappresentato da un costume di paglia che copre completamente colui che “incarna” lo spirito di Zangbeto. Un aspetto molto interessante dal punto vista etico è che questa maschera ha la funzione di denunciare anche pratiche incivili, come il furto, la violenza sulle donne, il banditismo. Zangbeto in qualche modo riproduce lo spirito della giustizia.
Anche la cerimonia della maschera Gelede in Benin ha la funzione di sorvegliare il villaggio e la comunità, allontanando le cattive azioni di eventuali malintenzionati. La cerimonia Guèlède rende omaggio non solo alla madre originaria chiamata Iyà Nlà, ma anche a tutte le donne, fondamentali a livello di organizzazione sociale comunitaria. Non a caso, si tratta di una festa concepita anche per propiziare la fertilità della terra. Il legame tra la donna e la terra è una peculiarità in tante zone dell’Africa: sono le donne che la coltivano e proprio grazie al loro lavoro nei campi la famiglia può consumare alimenti ricchi di sostanze nutritive.
La cerimonia della maschera Egun
In Benin è dedicata al mondo degli antenati che per l'occasione tornano nel mondo terreno per offrire benedizioni. La maschera può essere indossata solo dagli iniziati, è scandita da danze e da personaggi che indossano vestiti colorati. Eppure, al di là dei vivaci cromatismi e della frenesia, questa festa rimane un omaggio agli spiriti dei defunti. In questo modo gli antenati continuano a comunicare con la gente del villaggio, mantenendo saldo quel ponte tra vivi e morti che caratterizza queste pratiche animistiche. Durante la cerimonia , gli spiriti dei defunti ovvero le maschere sfilano nelle vie del villaggio e si lanciano all'inseguimento degli incauti spettatori che si avvicinano troppo e che fuggono nel timore di essere toccati e quindi portati nel mondo dei defunti.
La cerimonia della maschera Bobo-Bwa
etnia che conta un popolazione piuttosto estesa nel territorio compreso tra il Mali e il Burkina Faso prevede l'uso di maschere di vario tipo e la credenza vuole che le loro divinità prendano possesso del danzatore che la indossa. Le maschere hanno disegni e dimensioni molto diverse tra loro e possono raggiungere dimensioni ragguardevoli superando i 2 mt di altezza. Vengono abbinate a costumi che coprono l'intera figura di chi le indossa fatti in fibre vegetali che vengono poi dipinte. Le maschere a volte antropomorfe rappresentano figure spaventose o animali come le vacche, le iene, i coccodrilli, i galli, altre volte hanno più semplicemente forme geometriche con disegni astratti. Nessuno di queste figure sono semplicemente decorative ma appartengono a precisi codici legati alle tradizioni e alle regole sociali che gli abitanti dei villaggi possono facilmente decifrare. Cerimonie con maschere Bobo-Bwa sono frequenti nei diversi momenti che scandiscono la vita delle persone di questa etnia, come ad esempio a scopo propiziatorio nelle diverse fasi della semina e del raccolto, durante alcune cerimonie religiose, feste o durante i funerali
La Danza della Pantera
è tipica del nord della Costa d'Avorio nel distretto di Korhogo tra l'etnia Sonufo. Si tratta di una danza acrobatica dei giovani iniziati che devono superare una prova molto importante per entrare nel mondo degli adulti vivendo in isolamento nella temuta foresta per un certo periodo di tempo e affrontare i pericoli che essa rappresenta e gli spiriti che la abitano . La leggenda narra che molto tempo fa alcuni iniziati reagirono a questa grande prova di coraggio con una danza acrobatica di capriole in aria inventando così la danza della pantera allo scopo di spaventare e impressionare gli spiriti. Oggi questa danza è piuttosto diffusa in questa regione, i giovani indossano un costume da felino maculato che rappresenta il loro spirito guida e vi allieteranno per tutta la sua durata tra una acrobazie e l'altra.
Potrai scoprire le maschere rituali dell’Africa partecipando al nostro viaggio Togo & Benin viaggio nell’Africa dei popoli 2021